Twitter è davvero per tutti: il Social Media Marketing della Chiesa
Ne parlano tutti. Il Papa, Benedetto XVI, entra su Twitter. Bene, quello che a noi interessa è la capacità delle Istituzioni di sfruttare il Social Media Marketing, persino i cattolici se ne sono resi conto, dalla segreteria della comunicazione nientemeno che del Vaticano. La capacità di saper stare al passo con i tempi, passa anche da ipotesi, fino a qualche tempo fa, impensabili. Vediamo insieme da dove nasce l’esigenza della discesa sui Social del pontefice, le motivazioni e le potenzialità di una trovata geniale (e diremmo, quasi inevitabile).
Social Media Marketing: Twitter e il @pontifex
Di per sé, la scelta del nome account di Papa Benedetto XVI (o chi per lui) è una costruzione ossimorica. Ci spieghiamo meglio. La scelta del latino “pontifex”, la cosiddetta lingua morta, è in aperto contrasto con l’innovazione dei Social Network. Dalla classicità di una lingua utilizzata ormai solo per ricerche linguistiche, per i sermoni cattolici o per alcune leggi e definizioni da magistratura, alla contemporaneità sociale di Twitter. La comunicazione istantanea: questo è il fine ultimo dell’apertura dell’account pontificale, diffondere la parola anche via etere. La trovata tutta incentrata su Social Media Marketing è di quelle che fanno epoca: raggiungere e coinvolgere maggiormente i cattolici, tenerli quasi per mano e alimentarne la fede anche attraverso canali ormai assodati.
Twitter e il Papa: purché se ne parli
Non ci vuole molto a capire come l’account Twitter del Papa servirà da trampolino per un rilancio della Chiesa cattolica. Non solo aggiungere adepti e proseliti, ma raggiungere anche i non credenti, rispondere ai loro dubbi, alle loro domande, ai loro attacchi. Parlatene bene o male, purché se ne parli: è il motto del marketing del web, dove il Brand di ogni azienda punta sì su affidabilità e chiarezza, ma anche sulla diffusione virale. Un po’ come le trovate del Gossip nostrano, dove ogni sciocchezza fa notizia e consente la crescita di un nome e dona notorietà. Basta una foto su Facebook o un tweet particolare (pensate alle notizie costruite sulle uscite, apparentemente innocenti, di calciatori e gente famosa) per aumentare la notorietà del soggetto in maniera esponenziale. Questo è quello che ha spinto il Vaticano a sfondare un limite invalicabile: collegare in maniera indissolubile la tecnologia e la scienza alla religione. Mai visto.
Certo, non ci immaginiamo Papa Benedetto XVI a scrivere attraverso un pc o uno smartphone, ma, come assicurato dai vertici della segreteria della comunicazione, tutti i tweet saranno parole uscite dalla bocca del pontefice. Che dire? Aspettiamo il fatidico 12 dicembre, data del primo tweet direttamente dal Vaticano.
Un’ultima considerazione, che sicuramente approfondiremo più avanti, non pensate che abbia dell’incredibile l’apertura dei confini – fino a ieri invalicabili – del Vaticano? Twitter può anche questo.
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