Twitter e comunicazione: perché tanto scetticismo da parte delle Aziende?
Il mondo della comunicazione è ormai sovrastato dal vortice originato dal Web 2.0, allora perché tantissime aziende non sono ancora in linea con le novità proposte dai canali sociali? Abbiamo preso spunto da un libro in uscita “Cittadini di Twitter“, del giornalista Francesco Di Costanzo, e dal taglio dato al testo, per affrontare un punto focale della comunicatività delle aziende sul noto social network. Sebbene il libro si ponga di fronte ad un’analisi basata sulle realtà pubbliche, noi vogliamo approfondire il discorso e ampliarlo a tutte le tipologie di aziende.
Twitter e l’incisività dei 140 caratteri
Twitter, considerato come fonte di diffusione online di contenuti e strumento di comunicazione e coerentemente alla sua natura (in cui si fa eco al cinguettio, breve, intenso), ha una prerogativa ormai nota: per poterne sfruttarne appieno le potenzialità, bisogna sapere riassumere nel breve spazio di 140 caratteri, tutto ciò che si vuol far sapere. Il proprio messaggio deve quindi essere (come il cinguettio) intenso, incisivo e brevissimo. Probabilmente, proprio la limitatezza dello spazio a disposizione, crea ulteriori grattacapi a quelle aziende che devono cercare di diversificare la domanda e l’offerta, investendo sui nuovi canali offerti dal web.
Twitter e i timori aziendali
Tuttavia, tali aziende devono entrare a far parte di un mondo ormai inarrestabile, di un flusso di parole, conoscenze, testi, pubblicità che non utilizza più gli obsoleti ambiti del reale, fissandosi, altresì, sulla rete come vero e proprio ambito business di nuovo conio: il Social Media Marketing, figlio di tale diffusione a macchia d’olio, intende raccogliere le novità offerte dai socialnetwork e sfruttarle mediante strategie di business adatte. Quindi, perché, al giorno d’oggi, tantissime aziende non utilizzano i canali sociali e i cinguettii, offerti da Twitter in maniera gratuita e tali da sostenere lo sviluppo di un marketing innovativo, oltre che una ricerca di nuove soluzioni alla crisi del locale/reale? Può mai riscontrarsi solo nella limitatezza del tweet, uno spauracchio invalicabile per le aziende?
Twitter e le aziende, un nuovo mondo
Eppure, sono tante le aziende che, al contrario, hanno iniziato ad essere “presenti” sui social e su Twitter in particolare, e, anche se i 140 caratteri possono spaventare (come possiamo leggere nella prefazione di “Cittadini di Twitter” a cura di Matteo Renzi, sindaco di Firenze: “Quanto si può comunicare in 140 caratteri? Non tutto, ovvio, e non in tutte le forme. Ma il Comune c’è. Per dare messaggi essenziali, come l’apertura o chiusura della scuole in un giorno di neve, per informare brevemente sugli eventi cittadini o sui progetti che sta portando avanti. O per ricevere segnalazioni, a cui cerca di dare una risposta altrettanto rapida. Il contatto diretto col cittadino, la volontà di raggiungere attraverso tutti gli strumenti della comunicazione, quindi anche Twitter, ogni tipo di pubblico, l’apertura anche alle critiche e la risposta – che deve essere puntuale – alle richieste, non devono spaventare ma anzi spronare. Per offrire un servizio che voglia essere definito davvero pubblico”), possono anche generare una nuova forma di diffusione e, non ultimo, coinvolgere nuovi esperti e figure professionali competenti: Copywriter e Social Media Marketer, in grado di comunicare in un breve tweet, la mission e le offerte delle aziende.
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