Internet e Libertà, Itu: Cosa rischiano Google e Facebook
Ad oggi – e fino al 14 dicembre – è in corso la conferenza internazionale che valuta la “libertà di internet”: 193 Paesi del mondo sono riuniti a Dubai per discutere sull’innovazione apportata da internet alla comunicazione mondiale. Da un lato gli Usa che vogliono mantenere la propria leadership mondiale nella comunicazione via web, dall’altro medio oriente e Asia (con Russia e Cina in primis) che intendono limare le differenze pluriennali con i colossi Americani. Altro tavolo di trattative interesserà direttamente i giganti del web: Google e Facebook da un lato e operatori di telecomunicazioni dall’altro. Vediamo su cosa verteranno le trattative e cosa si rischierebbe in caso di vittoria degli operatori alla conferenza.
“World Conference on International Telecommunications”, i punti cardine
Cerchiamo di capire insieme come e verso dove si orienteranno le discussioni e gli scontri tra i vari Paesi riuniti alla “World Conference on International Telecommunications”. Puntualizziamo gli schieramenti e cerchiamo di capire cosa potrebbe cambiare per i colossi del web come Google, e per gli utenti di tutto il mondo.
- Stabilizzazione e ripartizione di introiti economici tra Paesi: una vera e propria battaglia per il controllo di Internet, sotto il punto di vista economico. Nello specifico, fino ad oggi sono stati gli Usa a gestire l’economia, e, dunque, non hanno alcun interesse a modificare lo Status Quo. Al contrario, hanno più di un problema ad accettarlo le nuove potenze mondiali, come Cina e Russia. Lo scontro sarà aperto alle più diffuse valutazioni e ad accordi inevitabili.
- Comunicazione internazionale e locale: Controllo e Censura. Anche qui, saranno la Cina e la Russia a portare avanti argomentazioni piuttosto localizzanti e ostruzionistiche. Almeno a nostro modo di vedere.
- Scontro tra le Lobby degli operatori delle telecomunicazioni e i colossi del web. In breve, qui lo scontro è apertissimo e influenzerà non poco gli utenti di internet, specie ciò che concerne la Ricerca sui motori e il Social Networking.
Mentre sui primi due punti possiamo analizzare con chiarezza che gli esiti del confronto – qualsiasi essi siano – non cambieranno di molto la nostra percezione ed utilizzo di internet per comunicare (piuttosto gli i Paesi tenteranno di spartirsi le fette della torta tra loro, con le dovute percentuali), il terzo è quello che deve essere approfondito.
Itu: Google e Facebook messe “sotto controllo” e tassate dalle lobby?
Durante la conferenza di Dubai si discuterà molto dell’utilizzo delle linee da parte dei colossi del web e del loro utilizzo “free” dei canali offerti dagli operatori delle telecomunicazioni. Tra questi ultimi, infatti, si ritiene impossibile che la mole di dati trasmessi dai colossi come Google e Facebook non siano tassati. Piuttosto, si propone un pagamento per l’utilizzo della rete preconfezionata. Ovviamente, da Google fanno sapere che in questo modo verrebbe minata la libera circolazione di informazioni e dati. Il tutto verte sempre su valori economici, era inevitabile.
Riassumiamo le prime dichiarazioni in merito, sulla richiesta di censura di alcuni stati membri Itu e sulle lamentele delle lobby proprietarie delle reti.
Hamadoun Touré, segretario generale dell’Itu: “Internet rimane un privilegio del mondo ricco. Questo è quello che l’Itu vuole cambiare, per garantire investimenti in infrastrutture, per aiutare più gente ad avere accesso a Internet”. Google, nella persona di Vint Cerf, uno dei padri di Internet, nutre seri dubbi. Cerf si è fatto portavoce delle proteste contro la proposta di alcuni Stati membri dell’Itu di permettere la censura su alcuni tipi di contenuto. Secondo Cerf, l’incontro minaccia la “rete aperta” e anche l’Ue si è chiesta perché “sistemare” il sistema attuale, se funziona.
Lo stesso Touré non riconosce la poca fiducia della Grande G e dell’Ue, infatti, ribatte garantendo che “la libertà su Internet non verrà limitata nè posta sotto controllo: nulla può fermare la libertà di espressione oggi e nulla lo farà in questa conferenza. Io non ho mai menzionato alcuna ipotesi di controllo su Internet”.
Bene, serve l’unanimità per cambiare le attuali strutture della comunicazione internazionale via web. Si raggiungerà mai?