Facebook: dopo la ‘grana’ delle pagine non condivise, ora la Privacy…
Utilizziamo il nostro spazio per diffondere novità sul mondo del web, e, qui, in particolare, dei Social Network. Spesso sono trovate che danno il via a vere e proprie rivoluzioni internet, positive beninteso per il business che le circonda, ma, stavolta, dobbiamo prendere atto di parecchie lamentele giunte sino a noi e di cui hanno parlato anche altri parecchi quotidiani di settore.
Facebook, stramilionario socialnetwork d’oltre oceano di Mark Zuckerberg, stavolta riceve pesanti accuse per aver, presumibilmente, violato la privacy dei suoi utenti, semplicemente per scopi pubblicitari.
Intanto l’eco delle piccole aziende che ‘lavorano’ praticamente con la sola pagina Facebook, avendo fatto un ottimo lavoro e talune spendendo fior di quattrini in pubblicità messa a disposizione dallo stesso FB Ads, si amplifica. In tanti editori, imprenditori, lamentano la vera e propria censura dei post pubblicati sulle loro pagine, arrivando persino a raggiungere solo il 3% degli effettivi follower. Un ovvio calo dei ‘like’, delle condivisioni, della visibilità del proprio sito, del proprio articolo, della propria azienda, dei propri prodotti.
Vero è che nessuno fa niente per niente, e le pagine Facebook, anche con milioni di utenti, stavano diventando terreno fertile per le pubblicità a costo zero, ma c’è una contraddizione: Perché vendere pubblicità per farti aumentare i ‘Like’ della pagina, quando, pur raggiungendo gli obiettivi, non riusciresti a raggiungere i seguaci reali? Se non a bassissime percentuali? A noi, pare un po’ il gatto che si morde la coda. Fate voi.
Intanto arrivano altre pesanti accuse per Zuckerberg, e stavolta è la privacy dei messaggi privati tra utenti ad entrare nell’occhio del ciclone: come infatti conferma anche il Sole24Ore, “lo studio legale Lieff Cabraser Heimann & Bernstein di San Francisco ha avviato una class action nei confronti di Facebook per violazione della privacy. A finire alla sbarra, questa volta, sono i messaggi privati che sarebbero controllati a fini pubblicitari. In realtà – stando almeno alla querela – sarebbero rilevati eventuali link contenuti nei messaggi, fatto che appare irrilevante nell’ottica in cui chi usa le conversazioni dirette lo fa credendo che il loro contenuto sia riservato“.
Eppure, qualche sospetto, potrebbe venire: guardatevi ogni tanto le pubblicità sulla vostra destra della timeline di Facebook…chi può affermare di non sentirsi, se non perseguitato, quanto meno controllato? Solo sensazioni…